Comunità energetiche. L'Italia si muove. Pressing sull'Europa per l'ok al decreto
L’attesa inizia a diventare eccessiva. E allora l’Italia si muove e va in pressing sull’Europa per ottenere il via libera necessario alla svolta normativa che consenta il decollo delle comunità energetiche rinnovabili (Cer) nel nostro Paese.
A quasi quattro mesi di distanza dalla notifica del decreto a Bruxelles da parte del ministero italiano dell'Ambiente e della sicurezza energetica, la risposta postiva dell’Ue si fa ancora attendere. Secondo quanto filtra da chi sta seguendo da vicino il dossier, se fino a poco tempo fa per l’ok europeo sembra «questione di giorni», adesso si ipotizzano tempi più lunghi: «Auspichiamo comunque che la partita venga chiusa al massimo entro l’estate».
Per favorire lo sblocco dello stallo sul provvedimento che incentiva, attraverso la collaborazione di più soggetti, la diffusione di forme di autoconsumo di energia da fonti pulite, mercoledì il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha avuto un colloquio telefonico con il commissario europeo per gli Affari economici, Paolo Gentiloni. «Considerata l’importanza strategica della misura per il nostro Paese e l’attesa dei cittadini, sto portando avanti personalmente le interlocuzioni con la Commissione europea al fine di accelerare l’iter di valutazione e di garantirne la più rapida applicazione e proprio in questo senso stamattina (mercoledì ndr) ho avuto una lunga telefonata con il commissario Gentiloni - ha annunciato il ministro nel corso di un Question Time alla Camera –. Il decreto comunque è stato condiviso con gli uffici della Commissione nella fase di pre-notifica già dallo scorso febbraio, a cui è seguita la notifica formale».
Insomma, non sembrano esserci ostacoli insuperabili. Da quanto riferiscono alcune fonti, le difficoltà e i ritardi sarebbero dovuti soprattutto alla natura innovativa del provvedimento, che non avendo “precedenti” starebbe richiedendo tempi di valutazione molto lunghi ai tecnici di Bruxelles. Il negoziato in corso con l’Ue, comunque, non dovrebbe stravolgere i pilastri su cui poggia la norma. L’articolo completo su Avvenire…